EDIZIONE ITALIANA


Lo spazio dedicato da Signal alla guerra italiana se si eccettuano i servizi comparsi sul numero 2/1942 in parte dedicato a L’Italia in guerra è molto limitato e a questo proposito è interessante notare che nel quadro generale del problema l’ambasciata d’Italia a Berlino nel luglio 1942 aveva fatto “presente agli uffici competenti del Reich l’opportunità che la stampa germanica tenga maggior conto della partecipazione italiana alla guerra comune e consideri i problemi europei dal punto di vista dell’Asse e non della sola Germania”.

Soltanto dall’ottobre 1942 quando quattro pagine della rivista vengono riservate ad articoli e fotocronache dedicate al paese in cui l’edizione è destinata, l’Italia trova qualche spazio in più all’interno di Signal ma ciò naturalmente si verifica soltanto nei fascicoli distribuiti in Italia.

Debole eco al cambio di governo del 25 luglio 1943 una variazione al testo di una foto e l’espunzione di un’altra dal servizio sul secondo convegno dell’unione dei giornalisti, pubblicato a pagina 25 del numero 6/1943. “Il capo della stampa germanica dott. Dietrich saluta il conte Cittadini rappresentante dell’Italia” si tramuta in “Il capo della stampa germanica dott. Dietrich saluta gli ospiti” mentre la foto del consigliere nazionale Gray, vicepresidente della camera dei fasci, scompare per lasciar posto alla scritta “fra i partecipanti figuravano”. Misere accortezze a salvaguardi di un’alleanza già in frantumi.

Consumato il “tradimento” nel numero 18, secondo del mese di settembre, a differenza dalle altre edizioni in cui le pagine fuori numerazione dedicate alla liberazione di Mussolini sono soltanto quattro, l’edizione italo-tedesca viene ampliata di ulteriori quattro pagine, tutte in italiano, trattanti gli avvenimenti del 25 luglio e dell’8 settembre esaltanti il fascismo e le ragioni della guerra italiana.

Madornale e stridente topica, nello stesso fascicolo, evidentemente già stampato all’innesto dell’inserto un servizio dedicato a una festa sportiva svoltasi a Creta mesi addietro in un tripudio di vessilli croceuncinati e di tricolori sabaudi continuava a magnificare la “cameratesca amicizia” tra soldati italiani e tedeschi. Negli stessi giorni le truppe tedesche disarmavano e internavano in Germania seicentomila militari italiani. La guarnigione di Creta si era arresa alle forze germaniche il 13 settembre.

Il numero 20 secondo di ottobre è il primo numero della rinata “edizione italiana”. E’ con tutta evidenza un’edizione approntata per far fronte all’armistizio italiano e sarà quella che per il suo carattere prettamente italiano e gli accenti spiccatamente neofascisti si discosterà  di più dalle altre edizioni della rivista.

Difformità di contenuto sia redazionale che fotografico dalle altre edizioni si ripeteranno con assiduità costante nei primi sedici fascicoli del 1944 in cui copertine e servizi interni sono dedicati con sproporzionata evidenza al fascismo ed all’esercito della nuova repubblica mussoliniana; copertine e servizi che non trovano riscontro nelle altre edizioni e fanno di questa un Signal differente dagli altri.

Questi cambiamenti sono evidentemente dettati dall’esigenza tedesca di puntellare con una massiccia propaganda il traballante governo della repubblica sociale, in modo che l’esercito tedesco impegnato a contenere le armate alleate sul fronte sud, possa godere di una relativa sicurezza nelle retrovie. In questo contesto è da ricordare che per molti mesi cioè fino all’uscita del rotocalco l’Ora nel luglio 1944 Signal fu l’unico illustrato presente nelle edicole dell’Italia occupata dai tedeschi.

Gli ultimi numeri del 1944 e quelli del 1945 dell’edizione italiana cessano di fare storia a sé, ritornano ad essere la riproposizione in italiano del Signal tedesco.

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