1943

IL 1943, ANNO TERRIBILE E TRAGICO

Proprio l'editoriale del numero 30, datato appunto 25 luglio, è dedicato a una disanima delle caratteristiche tecniche dei velivoli schierati dai contendenti. Ormai non si nasconde più la predominanza qualitativa e quantitativa del nemico e si affida la residua speranza al fatto che "non alla bontà od alla quantità dei mezzi spetterà la palma della vittoria, bensì ai migliori e più completi piloti".
L'ultima uscita dell'Aquilone in data 1-15 agosto, il numero triplo 31-33, è l'evidenza dello sforzo sovrumano del direttore per evitare la fine editoriale della sua creatura. Il numero contiene tanti articoli tecnici che riempiono quasi tutte le 24 pagine di cui è composto.
Deve essere stata un’azione di selezione del materiale disponibile sul tavolo della redazione, selezione mirata a scartare quegli argomenti diventati incompatibili con lo svolgersi degli eventi. La tecnica non era condizionata dall’avanzata del nemico o dal cambiamento del regime di governo e quindi poteva essere asetticamente proposta anche in quegli ultimi tempestosi giorni di guerra.
Il solo sguardo fugace al mondo che sta cambiando e crollando consiste nella trascrizione senza commento del comunicato sulle dimissioni di Mussolini e la notizia della nomina del nuovo ministro dell'aeronautica, il generale Renato Sandalli.
Ma, nella rubrica "Posta aerea", si apre un piccolissimo spiraglio sugli avvenimenti e si insinua la verità sulla situazione. La risposta testuale a un lettore, anonimo, è :
"Un lettore ci ha scritto meravigliandosi che il giornale è in ritardo. Questo lettore chiede a Zio Falcone : Forse sei stato coventrizzato ? O hai paura delle bombe ? Niente di tutto ciò. Soltanto il nostro amico deve tener presente che il giornale si stampa (miracolosamente) a Napoli, città martire ed eroica. Deve anche ricordare che la ferrovia da Napoli a Roma è oggetto di particolari cure da parte dell'aviazione avversaria. Comunque l'uscita di questo numero triplo metterà le cose a posto e gli animi in pace".
L'animo in pace non se lo poterono ancora mettere gli italiani, neanche i ragazzini appassionati d'aviazione che, da tempo, avevano smesso di spostare le bandierine per segnare le linee dei fronti.
Dopo solo venti giorni dall'uscita dell'ultimo numero dell'Aquilone, l'8 settembre, l'Italia muore ignominiosamente e affronta diciotto lunghi mesi di guerra civile. Molti dei ragazzi lettori dell'Aquilone riusciranno ancora, nonostante tutto, a giocare con i modelli volanti, sostenuti da una passione che li aiuta nel passaggio dall'infanzia alla giovinezza, in un triste cammino attraverso eventi e situazioni che solo qualche tempo prima non avrebbero mai immaginato.
Si troveranno nell'immediato dopoguerra con il senso della liberazione del loro entusiasmo dalle costrizioni della guerra. Ma questa è la storia, non ancora conclusa, di un'altra epoca.


Eraldo Padovano
Torino gennaio 2006

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