L'ANIMA: Gastone Martini

Gastone Martini, un eccezionale personaggio ricordato da Giampiero Janni

In un piccolo paese chiamato Rosolina, una plaga sabbiosa e  paludosa del Polesine nacque nel 1903 Giacinto Gastone Martini alias Zio Falcone per gli aeromodellisti oppure Mitilù Nuvolori per gli amici del teatro.
Io, tu, lui, noi, voi e loro, in dialetto veneziano erano stati utilizzati per coniare questo ultimo appellativo. Allora Gastone Martini verso i suoi 90 anni, costretto a letto da un ictus cominciò a pensare ad una sorta di autobiografia che doveva essere in terza persona, senza la ripetizione di un presuntuoso “io,io”. Già da qualche anno, Mitilù aveva cominciato a scrivere delle commedie, stavolta tre tutte insieme.
E quando alla sera andavo a fargli compagnia, mi raccontava puntualmente come aveva svolto una di quelle storie, ma non riuscivo a stare dietro alla sua fantasia vulcanica……..aveva dei cartoncini con la descrizione dei personaggi di ogni commedia con la traccia delle loro storie.
Il racconto vagamente autobiografico che è riportato in questo DVD  è stato l’ultima opera di Gastone. Esso termina con un appuntamento ad una successiva puntata che non c’è mai stata. Esso rende comunque l’idea della sua straordinaria fantasia, quella  fantasia che lo portò ad inventare ben sette pubblicazioni.
Sedicenne aveva iniziato a scrivere per il “Novelliere Italiano”, era corrispondente da Chioggia con tanto di tessera. Poi andò a Rovigo, contabile in una farmacia, ma appassionato lettore della terza pagina del “Corriere del Polesine”. Nel 1925 alla morte di Eleonora Duse e di Giacomo Puccini, scrisse “un pezzo” su questi grandi personaggi ed ebbe la soddisfazione di vedere pubblicato il suo primo articolo sul “Corriere del Polesine”.
A questo punto si verificò una parentesi musicale che portò  Mitilù,che aveva già suonato nelle Boheme da flicorno tenore, a Rovigo dove era stato chiamato a far parte di quella banda stavolta come flicorno solista.
Sempre a Rovigo fu poi segretario della locale Università Popolare.
Intanto a Ferrara era nato il “Corriere Padano” diretto da Nello Quilici;  in questa circostanza per Mitilù ebbe inizio un proficuo rapporto con il teatro ed il mondo letterario.
Fu Nello Quilici che lo volle a Roma; qui nel 1933 il giovanissimo Gastone Martini, con la direzione del settimanale “L’aquilone”, divenne   Zio Falcone.
Per inciso Nello Quilici morì con Italo Balbo  nel 1941 in volo verso Tobruck.
Poichè il teatro lo aveva nel sangue,complice forse il padre che gli aveva realizzato in casa un teatrino di marionette e nonostante il pressante impegno con la “Editoriale Aeronautica” continuò a sviluppare i suoi rapporti con il teatro e con gli incontri letterari da Quinto o alla Birreria Dreher.
Nello stesso periodo Martini realizzò un film dal titolo “Prime ali” girato per le strade di Roma e sui prati di Asiago e sempre in tema aeronautico, scrisse poi il romanzo “I senzatesta” (gli alianti, senza elica) pubblicato a puntate su “Giramondo”.
La fantasia, l’humor, l’arguzia , di Martini,erano veramente straordinarie. Tra le battute che ricordo una  riguardava la sua scrivania. Era molto grande, piena zeppa di libri, di appunti, di ritagli di giornale, di penne, di pacchetti pieni e vuoti di “Serraglio”. Poi c’erano due gattini siamesi, fratelli,che scorrazzavano allegramente in mezzo a quel mare di carte. Ma in tutto quel bailamme il buon Martini trovava comunque il suo spazio per scrivere. Poi un giorno mi scappò la frase” Ma come si fa a lavorare in quel caos?” La risposta fu: “Ma questo no xe un caos, xe un caos ordinato!”.  Effettivamente aveva tutto sotto controllo, riusciva sempre a trovare l’appunto che cercava.
Fu anche storico l’incontro con Mussolini a Palazzo Venezia, un episodio che Martini raccontava con piacere. Era stata preparata una presentazione delle varie pubblicazioni realizzate dalla Editoriale Aeronautica compreso “L’aquilone”.
Ma per essere ricevuti da Mussolini esisteva un cerimoniale, orbace compreso. Passi per la divisa,il problema era il saluto fascista con battere di tacchi. Alle proteste di Martini alla fine di una lunga discussione, si trovò un punto di incontro.”Va bene” dissero “Tu fai il saluto romano e noi facciamo il botto” La rassegna si svolse senza incidenti di procedura e Martini ebbe il suo premio quando Mussolini, osservando le varie pubblicazioni, indicò “L’aquilone” dicendo”questo lo legge anche mio figlio”.
La penna di Zio Falcone si fermò con l’8  settembre del ’43, ma tornò in attività nel ’1952 per un anno esatto con l’uscita, ancora settimanale, del risorto Aquilone per la gioia di tanti “aeronipoti” sia pur senza più l’opera preziosa di Mario e di Alberto Guerri, di Giorgio Bacchelli, né di Giarella alias Paolo Nobili.
Nel frattempo altre pubblicazioni erano state create dalla mente instancabile di Gastone Martini, come “Modellismo” “il corriere dei giochi”, “ometto Pic”, “albi di avventure e figurine” ed infine la “Settimana a Roma” con i programmi di teatro, cinema ed avvenimenti, ma anche ricette di cucina sperimentate personalmente dal suo poliedrico editore.
Lo spirito di questo settimanale è ancora vivo con “Roma c’è – this week in Rome”  che esce tuttora; anche “Modellismo “  diventato bimestrale si  è bene affermato – sia pure trattando solo dell’aeromodellismo odierno – grazie all’opera instancabile di Cesare e Stefania De Robertis.
Zio Falcone, ovvero Mitilù , ovvero Gastone, ci ha lasciati ormai dal novembre ’95 ma il suo spirito, la sua prodigiosa fantasia sono sempre vivi nel cuore di chi ha avuto il privilegio di essergli stati vicini.


Giampiero Janni Roma gennaio 2006

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