L'ANIMA: Gastone Martini

ZIO FALCONE STORY
Narrata da lui medesimo in terza persona
Caccia ai merli col pistolone di papà

Non aspettatevi una storia piena di aeromodelli, di aeroplani, di modelli di macchine più o meno fantasiose.
Ci saranno, quà e là, ma questa, a spizzichi e bocconi, sarà specialmente la storia ironica di un ragazzo che diventa uomo in in un momento che sembra inventato apposta per fare diventare matta la gente.
In questo secolo è stato realizzato il volo del più pesante dell'aria e quando già si spostava, non volava, il dirigibile, e prima ancora la mongolfiera ( e altri ambiziosi sogni, l'elicottero e l paracadute compresi).
L'aeroplano chiamato anche velivolo ( parola più bella inventata dall'immaginifico vate Gabriele D'Annunzio ).
Dunque, c'era una volta ... no, non si deve incominciare così una storia, anche se inizierà dal fondo, quando sta per finire, però, però, come tutte le storie, questa è anche una favola, sentiamo.
Zio Falcone si chiama, da principio, semplicemente Giacinto, e anche Gastone, nome molto in uso nei romanzi francesi dell'800, che non gli è mai piaciuto, e perciò, da ora in poi, lo chiameremo, oltre che Z.F., soltanto Giacinto, il nome di un comune fiore, profumatissimo e di vari colori.
Giacinto è nato, anzi nacque, nel 1903, contemporaneamente, anzi marinettianamente, simultaneamente, all'aeroplano. Fu un caso, ma tutto nasce, è dovuto al caso. Vedrete, fu concepito dagli sposi in viaggio di nozze, gli hanno raccontato, in una cameretta dell'albergo "Trovatore", in calle delle razze a Venezia, nel 1902, quando i fratelli Wright, in U.S.A., soffrvano già le doglie del parto di quello che, più che un aeroplano, anzi un biplano, pareva, visto in un'illustrazione della "Domenica del Corriere", una stia per polli,.
Eppur volava, volò.
L'aeroplano, come lo chiamava Romulus, familiarmente detto Lal, adesso si chiama, sic et simpliciter, jet e, invece che a una gabbia per i polli, somiglia a un camper con due mozziconi di ali, in proporzione, e senza eliche, che erano il simbolo del volo, una volta.
Chi è Romulus ? E' il trentenne assistente, 24 ore su 24, di Zio falòcone, un giovane dello Sri Lanka, di rare doti, che potrebbe prendere,l'aeroplano, anzi il jet, da un momento all'altro. Il fatto è che qui sono esaurite le risorse, situazione inquietante, perché senza  lilleri non si lallera, che è un modo di dire e non dire, da tre anni ( dopo due mesi di clinica ) a bordo di un letto che non salpa, non decolla. Non si naviga e non si vola più. Zio Falcone è quell'illustrissimo che fu Riccardo Bacchelli ( fratello del nostro caro Bacc, Giorgio Bacchelli, ricordate ? ) dal celeberrimo romanziere nacque la legge Bacchelli, buona anche per Elsa Morante, quasi altrettanto grave. Ma Zio Falcone, novanta scavalcati, è soltanto un pinguino, un volatile che ha perduto le ali per strada, cammin facendo. Gli son rimasti, per grazia di Dio, un braccio e ancora un pò di cervello. Adesso incomincia dal fondo della favola, a scrivere la sua storia da offrire sulla piazza, come il pianeta della fortuna. Ma il tempo non ha tempo, non perde tempo. Non dovevi, caro mio, usare la liquidazione dell'Editoriale Aeronautica e specialmente ritirare il fondo pensione ( 16 anni di versamenti ) il fatale 8 settembre, non lo dovevi, e usare la somma per mettere al mondo, una dopo l'altra sette pubblicazioni, tra le quali "Modellismo" e il novello "Aquilone". Mal te ne incolse, dopo quegli anni tremendi. La guerra è brutta, ma gli anni postbellici come sono ? Questi i fatti, questo il caso, dal 1986 ad oggi Zio Falcone ha scritto ben tre commedie e ci sia almeno concesso citarne i titoli : "La regina sulla scacchiera" in dialetto veneto contemporaneo, "Comunità ad alto rischio di dramma", atti ambientati nella Roma di oggi con vicende e personaggi tolti dalla realtà,  "L'ereditariola" ( l'eredità veneziana )in lingua veneziana del '700, anzi di fine'700, nei paraggi di Bergamo, senza le solite maschere, ma storicamente e ambientalmente veneziani d'epoca, diciamo d'annata. La pensione ? Passata a meno di un quinto di quanto sarebbe dovuta essere, ahinoi !
Per consolarsi Zio Falcone sta scrivendo, vorrebbe avere il tempo e la forza di scrivere, una terza commedia " Un nido sulla cima del pioppo " che gli sta assaissimo a cuore. In ogni storia ci sono i bambini nati e i bambini che devono nascere, a Valdagno, con la regia di una specie di profeta con barba biblica, che si chiama Elia, Elia Guiotto, c'è in prova " La regina sulla scacchiera " che dovrebbe andare in scena in ottobre, campa cavallo. Avremmo anche in pectore, in mente, altri due titoli, ma la clessidra ...
E poi si sa che è più facile scrivere una commedia, che farla rappresentare, immaginarsi quelle che si devono ancora scrivere ! Ma torniamo alla 2 Zio Falcone Story ".
Il ragazzo Giacinto, che un giorno di tanti anni fa, felicemente, sarebbe diventato Zio Falcone, a dispetto del nome di predace, sia pure addomesticato, un bel dì si improvvisò cacciatore, di merli, precisimente, e con la rivoltella, non con un fucile. La rivoltella, suo padre la teneva nascosta in una scatola di latta che aveva contenuto i biscotti inglesi in regalo alla mamma da qualche comare in occasione del secondo parto, della sorellina Mariuccia, precisamente.
Ed ecco il cacciatore in azione. S'apposta sotto uno dei tanti salici in fila che avevano la funzione delle viti Clinton ( il vitigno era stato importato dal paese dell'attuale presidente Billy ) e aspettava qualche merlo ( è il caso di dirlo ) capitasse fra i sontuosi pampini, e uno, sventato, vi capitò. A poco più di mezzo metro dalla canna spianata, che sparò, quasi senza il bisogno che il terribile cacciatore tirasse il grilletto. In quell'Eden di bruchi, di larve, di ninfee, i bocconi preferiti dai merli-papà si sciolse una nuvola di piume scure. Il malcapitato uccello, ancora vivo e nello stesso tempo morto, di paura, sfrecciò via con uno strido lungo e sottile che faceva venire in mente il sibilo sinistro d'un treno in fuga nella notte. Siete mai stati nei pressi di una stazione ferroviaria dove i treni passano senza fermarsi ? Il sibilo di quel treno specialmente di notte !
Giacinto rifletté, sentiva dentro al petto il peso di quel gesto disperato, subito pensò, non ridete, non c'è niente da ridere, al grido ininterrotto, presago, del maiale che, d'inverno specialmente, in quasi tutti i casolari dei contadini del suo paese, vengono sacrificati al rito della braciola fresca, dei sanguinacci, della carne e del lardo tritati che diventano salami per l'estate, vi dicevo che non c'è niente da ridere.
Penso anche ai pesci, erano momenti in cui i pensieri erano più grandi di lui, era un pescatore di canna e di lenza e non gli piaceva vedere che i pesci, fuori dall'acqua soffrono, sembra che soffochino, fu allora che credette di aver fatto una scoperta, un invenzione : far morire i pesci sott'acqua. Forse è vero che chi pensa troppo è anche un pò stupido, ma di questo ci occuperemo nella prossima puntata, dove vi dà appuntamento il vostro

Zio Falcone


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