1943

IL 1943, ANNO TERRIBILE E TRAGICO

Il 1943 è l'anno che vede L’Aquilone vivere l'ultimo periodo della sua esistenza.
Il giornale ce ne fornisce una fedele immagine, seppur limitata all'ambito delle propaganda aeronautica per i giovani.
La testimonianza fornita dalle pagine di questo giornale, al di là dell’interesse degli appassionati di aeromodellismo e di aviazione, consiste nella possibilità di cogliere l’evoluzione degli eventi, tragici eventi, che influivano pesantemente sulla vita degli italiani e non solo dei giovani ai quali il giornale era dedicato.
Il 1942 finisce connotato da eventi forieri di future severe prove per gli italiani.
La guerra mette a dura prova anche la più illusa visione di coloro che non sanno leggere la realtà nei fatti che avvengono sui campi di battaglia. La guerra è, evidentemente, perduta.
I ragazzi che leggono l’Aquilone, per la loro età sono ancora poco toccati dai lontani eventi della guerra. Per l’effetto dell’influenza della propaganda che, anche sul loro giornale, viene settimanalmente proposta, sono ancora, prima di tutto, entusiasti dell’aviazione e dei modelli volanti.
In questa specie di limbo spirituale nel quale i ragazzi vivono, giocano e sognano, esce il tre gennaio il primo numero di questo terribile 1943.
L'Aquilone, Settimanale per i giovani, festeggia il suo dodicesimo compleanno. Nell'articolo di fondo in prima pagina si legge fra l'altro :
"Un Paese impegnato, come il nostro, in una guerra per la vita o per la morte, deve poter contare sulla gioventù in genere e in particolare su quella gioventù valida fisicamente e spiritualmente che può prestar servizio nell'arma aeronautica, l'arma che si è dimostrata indispensabile e risolutiva in un conflitto armato dei nostri tempi."
I destinatari di questo messaggio, i ragazzi, appassionati di modelli volanti e di aviazione, si saranno recati come al solito dall'edicolante e avranno chiesto se era uscito L'Aquilone. Avevano pronte le monete, sessanta centesimi di lira, per affrontare la spesa, non indifferente per molti bilanci familiari in un periodo nel quale, per far fronte alle necessità alimentari e di vestiario, si era costretti a ricorrere sempre più spesso alla borsa nera.
Quei sessanta centesimi, rapportati ai bilanci famigliari di allora per una famiglia monoreddito, equivalgono a circa 12 Euro di oggi. Come si vede una spesa non trascurabile.
Ma, superata la difficoltà economica nel reperire in famiglia il denaro occorrente, ai ragazzi rimaneva il piacere della lettura di un giornale che, tutte le settimane, proponeva gli argomenti motivo della loro passione per il volo e, anche, tutti i messaggi della propaganda necessaria per sostenere gli animi in un periodo sfavorevole per l'andamento della guerra.
I ragazzi, del messaggio patriottico, non ne avranno colto la drammaticità sottintesa.
Molti di quei ragazzi, felici per un momento dell'arrivo del loro giornale preferito, avevano lasciato a casa la carta geografica con le bandierine colorate costruite con uno spillo, carta colorata e coccoina. Glielo avevano insegnato a scuola tre anni prima quando, con la guerra appena iniziata e le travolgenti avanzate degli eserciti dell'asse, le bandierine venivano spostate di frequente in avanti.
Ma ora anche l'ingenuo entusiasmo dei giovani cominciava a venarsi di dubbi e di incertezze mentre, per loro fortuna, la passione per l'aviazione e per i modelli volanti faceva premio sugli eventi più grandi di loro.
In quei giorni si stava concludendo la dolorosissima ritirata del nostro contingente dalla Russia. In Africa avevamo da tempo lasciato al nemico la Somalia, l'Eritrea e l'Etiopia.
Negli stessi giorni cadeva anche la Tripolitania e le  residue forze dell’Asse erano costrette all’ultima resistenza in Algeria e Tunisia.
I bombardamenti sulle città italiane si erano intensificati, provocando distruzioni e vittime in tutti gli strati della popolazione civile al punto che cominciava a serpeggiare sempre più palese lo scetticismo per l'esito della guerra e cresceva un silenzioso sentimento di rancore per il regime che, solo qualche anno prima, aveva goduto di un amplissimo consenso.
Anche L'Aquilone aveva contribuito, seppur in un ambito limitato, a creare questo consenso con la sua azione di propaganda, facendo leva sulla curiosità e sull'entusiasmo dei giovani attratti dall'aura eroica che avvolgeva il volo e gli aviatori.
Ma ora gli editoriali che uscivano dalla penna del direttore Gastone Martini si facevano di settimana in settimana sempre più rivolti a rassicurare piuttosto che incitare alla vittoria.
Chi vorrà leggere queste pagine, settimana dopo settimana, vi troverà l'evidenza di una microstoria che, nonostante tutto, continuava a svolgersi con l'entusiasmo e la curiosità dei ragazzi per il volo. Chi scriveva per loro avrà sentito il peso della responsabilità di non tradire il loro entusiasmo e, allo stesso tempo, riportare i ragazzi davanti alla dura realtà di una guerra ormai senza speranza.
La lettura degli ultimi numeri, che abbondano sempre più di articoli tecnici a scapito di quelli propagandistici, va contestualizzata agli eventi bellici che si svolgevano ormai sul suolo della Patria.
Dopo l'abbandono della sponda africana, la resa senza combattimento delle isole di Lampedusa e di Pantelleria, lo sbarco e la ormai completa perdita della Sicilia conclusasi il 18 luglio, il 25 successivo cade il fascismo.


Continua...
 
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